Oggi, presso il Teatro Argentina di Roma, ci sarà l'anteprima mondiale (in versione integrale) del film collettivo no-profit "All Human Rights For All".
Ideato da Roberto Torelli, al film hanno partecipato registi, sceneggiatori, attori, musicisti, maestranze e produttori del cinema italiano, i quali hanno realizzato a titolo gratuito 30 cortometraggi, di 3-4 minuti ciascuno, adottando un articolo della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani nel 60° anniversario della sua proclamazione da parte dell'Onu.
LA DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTU UMANI
Il 10 dicembre 1948, infatti, sull'onda dell'indignazione per gli orrori e le atrocità commesse durante la seconda guerra mondiale, venne firmata a Parigi la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Per la prima volta nella storia, le nazioni riconoscevano insieme quei valori di libertà, giustizia, uguaglianza e universalità dei diritti che si erano affermati con la lotta al nazifascismo ed al colonialismo.
“Mai più” si disse. Purtroppo la storia è andata diversamente. I diritti umani sono stati e sono costantemente violati in ogni parte del mondo. Oggi con la grave crisi economica a livello mondiale c'è il rischio concreto che questi diritti vengano di nuovo calpestati: dai governi per mantenere i privilegi di pochi attraverso scorciatoie autoritarie, e dai semplici cittadini che - presi dalla paura - sfogano la loro frustrazione e rabbia nei confronti dei diversi e dei più deboli.
Per ricordare, pertanto, il sessantesimo anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani è stata indetta una iniziativa a Piazzale Ostiense, in un luogo simbolico della lotta per la libertà, che sviluppi le suggestioni suggerite dal monumento “Tutti potenziali bersagli” - installato il 25 aprile 1995 in occasione dei festeggiamenti del cinquantesimo anniversario della Liberazione.
Il monumento è dedicato a tutte le vittime del fascismo e del razzismo dall’inizio del secolo scorso ad oggi, per non dimenticare la barbarie che ha caratterizzato anche la storia del nostro paese.
Per le sue caratteristiche l'opera è un formidabile “segnale” che stimola un viaggio nella memoria, rappresenta un monito alle nuove generazioni, invita i passanti a riflettere sulle conseguenze della negazione dei diritti umani, delle persecuzioni e delle discriminazioni.
Ideato e realizzato da un gruppo di attivisti che per scelta politica e artistica decisero di rimanere anonimi e esterni al mercato, nell’intento di consegnarlo ad un immaginario collettivo il più ampio possibile. Ottenne il sostegno di associazioni di base, centri sociali e case occupate di Roma, Milano, Ostia e Seregno che si impegnarono a raccogliere i fondi necessari.
Non a tutti piacque. Alcuni ne chiesero la rimozione ma il monumento fu difeso da una vasta mobilitazione popolare, da intellettuali, artisti, ex deportati, da numerose associazioni.
Oggi, dopo tanti anni, l'opera è diventata patrimonio artistico dell'intera città, attraversata, visitata e fotografata da cittadini e turisti. Ma si presenta anche in uno stato di degrado. E per questo motivo è stata lanciata la campagna popolare “Adotta un monumento antirazzista. Adotta un monumento antifascista” allo scopo di promuovere il suo restauro e la sua valorizzazione e a cui hanno già aderito numerose associazioni, cittadini artisti, scuole del territorio.
L'opera, realizzata in ferro, acciaio e bronzo, è costituita da cinque sagome per il tiro al bersaglio con le mani legate dietro la schiena. Esse rappresentano le cinque principali tipologie di persone vittime dei nazifascismi identificate, sul lato posteriore delle sagome, dagli infami simboli a loro assegnati nei campi di sterminio: triangolo rosa se omosessuale, triangolo blu se immigrato, triangolo marrone se zingaro, stella gialla a sei punte se ebreo, triangolo rosso se politico. Il monumento è collocato allo stesso livello della pavimentazione del marciapiede, calato nella realtà quotidiana di ognuno di noi. Le cinque sagome a grandezza naturale sono state ricavate dal taglio di una lastra in acciaio, la cui rimanenza posta parallelamente alla fila delle sagome fa da sfondo al monumento stesso. Le parti vuote di questa lastra, dovute al taglio delle sagome, sono state riempite con una lamiera in acciaio inox che funge da specchio sul quale si riflettono sia i passanti sia le sagome stesse, determinando un potente effetto visivo che intende risvegliare la coscienza critica sui pericoli del fascismo e del razzismo e la consapevolezza che chiunque può diventare bersaglio dei pregiudizi e delle discriminazioni.
In questo luogo pubblico, attraversato quotidianamente da migliaia di persone, il 10 dicembre si vivranno momenti di diffusione ed informazione sui diritti umani, di lettura collettiva dei trenta articoli della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, accompagnati da racconti e testimonianze su episodi più o meno recenti di violazione dei diritti umani, ma anche da pensieri e suggestioni per immaginare un “altro mondo possibile”.
PROGRAMMA
mattina:
incontro delle scuole dell'XI Municipio che aderiscono al Laboratorio Memoria.
Pomeriggio, dalle ore 16.30 alle 19.30:
Testimonianze e lettura collettiva della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
Proiezione del film collettivo ALL HUMAN RIGHTS FOR ALL (Sguardi del cinema italiano sui diritti umani) composto da 30 cortometraggi ispirati ai 30 articoli della Dichiarazione, affidati a giovani ed affermati registi italiani, presentato in anteprima al Festival del Cinema di Roma.
proiezione video: The Universal Declaration of Human Rights di Seth Brau – a cura dell'Human Rigts Action Center.
Concerto del Ponentino Trio.
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